Una volta, quando era il compleanno dell’amica tua, al massimo della vita ordinavi un millefoglie buono in pasticceria invece di prendere una Viennetta, e le portavi la torta a casa. Poi siamo diventate tutte pasticcere, e giù di cagate che dovevano sembrare sculture di pasta di zucchero e invece no.
Oggi, fortunatamente, arriva la nostra amatissima Regina George a liberarci per sempre dall’incombenza del coma glicemico, coniugando adorabilità alle stelle con la magrezza che ci risulta indispensabile a sopravvivere.
Tu sei pazzesca e sei sempre in tour, mentre la tua migliore amica entra ed esce da rehab talmente spesso che non sai mai quando trovarla a casa? Semplice: metti su una torta in quattro minuti, fai una storia di Instagram e pubblicala con una frase amorosa e una citazione! Efficace, dolcissimo, dietetico.
Di popslut
Il neologismo puttan-pop nasce con popslut, e qui trova la sua teorizzazione e il suo osservatorio privilegiato.
Con puttan-pop si intende quella branca del pop, inteso come showbiz (quindi musica, cinema e qualsiasi altro tipo di arte) che ha tra i suoi ingredienti il culto del personaggio e qualsiasi forma di sgualdrinaggine, reale o simulata, come ingrediente e veicolo.
Il puttan-pop non è solo questione di musica, ma anche e soprattutto quello che ci gira intorno: una sgualdrina pop (donna o uomo che sia) è un mondo a parte fatto di video musicali, servizi fotografici, fan impazziti, e soprattutto gossip.
I tabloid contemporanei sono un po’ quello che erano i boia ai tempi delle esecuzioni capitali sulla pubblica piazza: sacrificano queste star pop per il divertimento del popolo, sbattendo la loro vita privata in copertina, spesso diventando complici del loro successo. Il tutto è talmente imputtanito che spesso le vittime si alleano coi carnefici, facendo dei pettegolezzi che le riguardano uno stratagemma per non finire nel dimenticatoio.
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