Sapete come mi sento delle volte, in questi giorni? Come in quella puntata di Buffy dove lei muore, e quelle tre stronze delle amiche sue fanno il diavolo a quattro per riportarla in vita, e lei la prima cosa che dice quando è resuscitata è: “Ma non vi potevate fare gli affari vostri?”. Ecco. Quindi capirete che se Buffy in persona si materializza su Instagram per proporci un gioco da quarantena, è meglio ascoltarla con attenzione.
“Consiglio SMG del giorno: genitori, questo è un divertente gioco alcolico che potete fare mentre siete in casa”, ci dice Buffy. “Ogni volta che sentite qualcuno gridare ‘mamma!’ bevete un drink… No, aspettate. Non lo fate. Morirete. Quaran-tips”. Insomma, Buffy ci fa capire chiaramente che i mocciosi possono essere molto più spaventosi dei vampiri.
E per quanto riguarda la didascalia che ha aggiunto: “Qual è il momento migliore della giornata per iniziare a bere? Lo chiedo per un’amica”, ti rispondo io. Appena ti riprendi dal collasso della sbronza precedente, SMG.
Di popslut
Il neologismo puttan-pop nasce con popslut, e qui trova la sua teorizzazione e il suo osservatorio privilegiato.
Con puttan-pop si intende quella branca del pop, inteso come showbiz (quindi musica, cinema e qualsiasi altro tipo di arte) che ha tra i suoi ingredienti il culto del personaggio e qualsiasi forma di sgualdrinaggine, reale o simulata, come ingrediente e veicolo.
Il puttan-pop non è solo questione di musica, ma anche e soprattutto quello che ci gira intorno: una sgualdrina pop (donna o uomo che sia) è un mondo a parte fatto di video musicali, servizi fotografici, fan impazziti, e soprattutto gossip.
I tabloid contemporanei sono un po’ quello che erano i boia ai tempi delle esecuzioni capitali sulla pubblica piazza: sacrificano queste star pop per il divertimento del popolo, sbattendo la loro vita privata in copertina, spesso diventando complici del loro successo. Il tutto è talmente imputtanito che spesso le vittime si alleano coi carnefici, facendo dei pettegolezzi che le riguardano uno stratagemma per non finire nel dimenticatoio.
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