Le 10 migliori canzoni pop del 2020, that’s it

Il 2020 è finalmente andato a far compagnia ad Emily e voglio dire, mai nessun anno a memoria di vivente è stato oggetto di così tanto e tanto apertamente sfogato disprezzo. Magari non ve ne siete accorti, ma nel frattempo, negli ultimi dodici mesi, il pop è tipo risorto dalle ceneri come Lindsay Lohan il martedì pomeriggio, quando per lei inizia la settimana. Sarà che queste stavano a casa a girarsi i pollici, sarà che a un certo punto restavano solo i video, sarà che a forza di performance dai salotti della gente a una certa valeva tutto. Fatto è che nel 2020 ho ballato piangendo tante di quelle volte che Dula Peep sarebbe fiera di me.

Ci sarebbe da eleggere il miglior album, la migliore artista dell’anno, ma diciamocelo: strafare non ci ha portato bene lo scorso anno, quindi al grido di less is more ho deciso di scegliere le dieci canzoni pop e dintorni che mi porterò nel cuore tra i migliori ricordi del 2020. Non vi attaccherò un torrone adesso anche perché non sono del tutto sobrio da tre giorni, ma: io, al 2020, un po’ voglio bene. Ma ora via dalle palle, eh?

10. Daisies, Katy Perry

Di top stiamo parlando, ma per Katy comunque l’ultima posizione è d’obbligo. Per lei sarebbe dovuto andare tutto diversamente quest’anno, o forse no: dopo aver fatto della sfiga la sua nuova bandiera, dopo aver messo in chiaro che delle classifiche non gliene fregava più nulla, e dopo aver provato sulla propria pelle la meraviglia che portano con sé gli stabilizzatori dell’umore, Katy Perry ha lanciato l’era Smile con un singolo che mi ha colpito dal primo ascolto. Poi tutto il resto del progetto è andato completamente a troie, ma quella adesso ha figliato e sai che gliene frega di me e di voi.

9. Malibu, Kim Petras

Per quanto mi riguarda, se hai per le mani una canzone così e riesci a fare un video dove ci sono Paris Hilton, Pabllo Vittar e Charli XCX, hai già vinto alla Lotteria della Vita. Kim Petras non mi doveva dimostrare niente, perché già avevo consumato il suo album Turn Off The Lights. Ma questa canzone è arrivata a rischiarare l’apocalisse, con quello shakerio di culo che veniva bene solo da confinati in casa.

8. Boss Bitch, Doja Cat

Doja Cat, che simpatica rincoglionita. L’anno era iniziato col botto per lei, con Say So che esplodeva su TikTok e questa pazzesca, ma dico proprio pazzesca Boss Bitch nella pazzesca colonna sonora di Birds of Prey che conteneva una marea di perle (tra tutte, Diamonds di Normani e Megan Thee Stallion). Poi ha avuto alti e bassi, tra i primi il duetto di Say So con Nicki Minaj, tra i secondi passare la quarantena a chattare con gli incel più tremendi.

7. Break My Heart, Dua Lipa

Ognuno ha la sua Dula Peep preferita, e la mia è senza dubbio quella di Break My Heart. Mi dispiace, ma non sono sul wagon di quelli che vedono in Dua la grande rivelazione del pop per il futuro. Ma apprezzo sinceramente la sua immensa presenza scenica pur avendo la personalità di un tavolo Docksta. Break My Heart rimane la sua canzone che preferisco da Future Nostalgia, e Dio ci liberi per sempre dal ricordo del remix di Levitating con Madgezilla.

6. XS, Rina Sawayama

Rina Sawayama mi dà sempre l’idea di una che non vorrei mai incontrare di notte in un ascensore, e già per questo mi sta simpatica. Con un album che se la comanda di brutto alle spalle Rina ha fatto in modo che pubblico e critica si accorgessero di lei perché andiamo, non ti puoi non fermare a vedere che diavolo stia facendo. In un anno che ha segnato un ritorno orgasmico della dance, XS è forse la parentesi più inattesa.

5. How You Like That, Blackpink

E niente, a un certo punto mi sono svegliato che ero una Blink e non ci potevo fare più nulla. Se me la lasciate tirare un attimo vi dirò che ho parlato di k-pop in tempi remoterrimi, ma per le Blackpink sono andato in ossessione asiatica come non mi capitava dai tempi delle 2NE1. Per dire, siamo ai livelli che conosco i loro nomi una per una, e mi sto allenando per riconoscere le loro voci filtrate dai citofoni nelle canzoni. In ogni caso, How You Like That è solo il picco di un anno di totale BLACKPINK IN YOUR AREA WORLD DOMINATION.

4. Boyfriend, Selena Gomez

Selena Gomez è probabilmente una delle dieci più grandi artiste che abbiano mai calcato la Terra, quindi capirete che per me è stato difficile scegliere una sola canzone dalla riedizione deluxe di Rare. Ma sì, Boyfriend mi dà sempre un brivido. “There’s a difference between a want and a need”: rientra tra quelle frasi che un giorno che avrò bevuto abbastanza mi farò tatuare in qualche punto del corpo a caso.

3. Midnight Sky, Miley Cyrus

Il motivo per cui Hannah Montana non è in vetta a questa classifica è semplice: quest’anno Miley non ne ha sbagliata una, ma neanche mezza. Avendo rasentato la perfezione mese dopo mese fino all’uscita di un album capolavoro come Plastic Hearts, già mi sta andando sulle palle. Non c’è che dire: Miley Cyrus è colei che decide il pop, oggi come oggi, e Midnight Sky ne è un riassunto perfetto.

2. WAP, Cardi B ft. Megan Thee Stallion

Grazie all’hip pop per ricordarci che sì, possiamo ancora provare quel sottile piacere dell’imbarazzo misto alla tensione sessuale ascoltando una canzone. E vivaddio! Queste due poi che ve lo dico a fare, iconiche dalla prima all’ultima volgarità. Su Megan Thee Stallion ci sarebbe da fare un discorso a parte, perché non a caso è comparsa tra le persone dell’anno del Time. La Megan ha duettato con Beyoncé, ha macinato le classifiche, ha tirato fuori un singolo pazzesco dopo l’altro, e per quanto mi riguarda ormai è nell’Olimpo. Real hot girl shit!

1. Chromatica II + 911, Lady Gaga

Non mi vergogno di dire che in qualche strano modo 911 mi ha salvato la vita, quindi sì: sono diventato uno di quei Little Monster. Su Chromatica mi sono già espresso in lungo e in largo, ma devo dire che aggiungerei volentieri un punto a quel voto perché qualcosa è andato crescendo nel mio rapporto con l’album. 911 è stata sempre in vetta dal primo ascolto del disco completo, ma quando Gaga ha tirato fuori un video che mi ha completamente ossessionato per giorni ho preso la mia decisione: migliore canzone di Lady Germanotta di sempre.

MENZIONI D’ONORE (aspettate, sapete che non può finire così)

Reasons I Drink, Alanis Morissette

Ovviamente non potrei mettere mai Alanis in mezzo a quelle quattro scalzacani quindi ecco, ci tengo per onestà intellettuale a nominare tutto Such Pretty Forks In The Road per il premio “Strappami l’anima, divorala e risputamela in faccia” del 2020.

Mood Ring, Britney Spears

Essendo Mood Ring uno dei misteri insondabili dello Spearsanesimo, esso trascende il tempo e lo spazio e sì, può uscire come traccia bonus in Giappone nel 2016 e allo stesso tempo essere un inedito macinaclassifiche nel 2020. Quando parliamo di Santa Spears, l’unico modo per uscire dal Diluvio è spegnere la mente. Mood Ring, canzone che di suo è stata sempre un capolavoro, ha battuto della grossa Radar nella prova longevità. Non solo, ha dato origine a una riedizione di Glory che ci ha praticamente regalato un nuovo album della Santa senza che lei ne fosse minimamente consapevole. Un anno pieno di miracoli come questo non lo vedremo a lungo, fidatevi.

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Di popslut

Il neologismo puttan-pop nasce con popslut, e qui trova la sua teorizzazione e il suo osservatorio privilegiato. Con puttan-pop si intende quella branca del pop, inteso come showbiz (quindi musica, cinema e qualsiasi altro tipo di arte) che ha tra i suoi ingredienti il culto del personaggio e qualsiasi forma di sgualdrinaggine, reale o simulata, come ingrediente e veicolo. Il puttan-pop non è solo questione di musica, ma anche e soprattutto quello che ci gira intorno: una sgualdrina pop (donna o uomo che sia) è un mondo a parte fatto di video musicali, servizi fotografici, fan impazziti, e soprattutto gossip. I tabloid contemporanei sono un po’ quello che erano i boia ai tempi delle esecuzioni capitali sulla pubblica piazza: sacrificano queste star pop per il divertimento del popolo, sbattendo la loro vita privata in copertina, spesso diventando complici del loro successo. Il tutto è talmente imputtanito che spesso le vittime si alleano coi carnefici, facendo dei pettegolezzi che le riguardano uno stratagemma per non finire nel dimenticatoio.

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