katy perry chiede finalmente scusa per le infamie dette su britney ai grammy del 2017

In questo periodo va di gran moda chiedere scusa per cose fatte e dette anni addietro, ma come tutti noi Spearsanisti sappiamo c’era ancora una grande ingiustizia in sospeso. Un sassolino nella scarpa che ha decretato sostanzialmente la fine della carriera di Katy Perry, ovvero la sua battuta infelice su Santa Spears espletata sul red carpet dei Grammy del 2017. Rivediamola prima di procedere.

Katy deve ringraziare che nel 2017 non esistevano ancora gli #OverParty su Twitter e la cancel culture, altrimenti sarebbe stata condannata per direttissima dopo aver bestemmiato in questo modo. Ma oggi, quando tutti siamo più buoni, paraculi e pronti ad ammettere gli sbagli del passato (nonché quando si deve promuovere un album in uscita), la Katy torna sull’argomento e chiede finalmente scusa.

Intervistata in radio e parlando dei problemi personali che ha affrontato durante l’era Witness, Katy ha ricordato il commentario fatto su Sua Santità e ha così cercato di metterci una pezza: “L’umorismo è sempre un modo per distogliere l’attenzione. L’ho usato come meccanismo per far fronte alle mie paure e ho finito per dire cose poco sensibili e indelicate. A volte mentre si cresce sotto i riflettori, o si cerca fottutamente di farlo, si finisce per mancare di empatia o compassione. Perché crescere significa cadere. E io sono caduta spesso, direttamente di faccia”.

Naturalmente Katy deve anche ringraziare il fatto che Britney non si ricorda di lei e nemmeno di che faccia abbia, ma fondamentalmente mi sento di perdonarla. Non vorrei aggravare la situazione in vista dell’uscita del suo album, quindi amici come prima e che la Santa sia con te. Ora corri a dire dodici Toxic e sette Slave 4 U.

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Di popslut

Il neologismo puttan-pop nasce con popslut, e qui trova la sua teorizzazione e il suo osservatorio privilegiato. Con puttan-pop si intende quella branca del pop, inteso come showbiz (quindi musica, cinema e qualsiasi altro tipo di arte) che ha tra i suoi ingredienti il culto del personaggio e qualsiasi forma di sgualdrinaggine, reale o simulata, come ingrediente e veicolo. Il puttan-pop non è solo questione di musica, ma anche e soprattutto quello che ci gira intorno: una sgualdrina pop (donna o uomo che sia) è un mondo a parte fatto di video musicali, servizi fotografici, fan impazziti, e soprattutto gossip. I tabloid contemporanei sono un po’ quello che erano i boia ai tempi delle esecuzioni capitali sulla pubblica piazza: sacrificano queste star pop per il divertimento del popolo, sbattendo la loro vita privata in copertina, spesso diventando complici del loro successo. Il tutto è talmente imputtanito che spesso le vittime si alleano coi carnefici, facendo dei pettegolezzi che le riguardano uno stratagemma per non finire nel dimenticatoio.

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